A. F., GOLD, Matite e vernice
“Nella cura reciproca si dissolve lo stigma, creando una prossimità che nutre il calore umano.”
“Qualcuno che cura e qualcuno che viene curato. Incontro di corpi, che permette uno scambio, una fusione parziale. Chi cura sta offrendo qualcosa e nel farlo riceve. Chi viene curato ha la possibilità di sperimentare una nuova stabilità, una sicurezza, e dona vita vera, quella intrisa di fragilità.”
D. Z., PRENDITI LA CURA, acquerello e china
“Quando leggiamo la parola vita, inizialmente forse non riusciamo a cogliere l’importanza ed il valore di essa.
La nostra vita, assieme al tempo, è ciò che noi abbiamo di più prezioso, spesso però non riusciamo a comprendere quanto noi possiamo essere fortunati.
Vi sono delle persone, a differenza di noi, che sono nate in situazioni più complesse, oppure, che durante il loro ciclo di vita, hanno avuto un imprevisto, un imprevisto che ha stravolto totalmente il corso della loro esistenza.
Spesso, siamo così concentrati a vivere la nostra vita, immersi nelle nostre problematiche personali, che non siamo in grado di fare caso a quei due occhi lucidi seduti sulla tua stessa panchina, ad attendere l‘arrivo di una corriera.
L’essere Umano, è nato per essere travolto dall’ignoto, da ciò che non si conosce.
Dobbiamo far uscire le persone dalla mancanza di conoscenza, portandole alla luce dell’informazione.
Mettendoci quindi nella condizione di spogliarci dal pregiudizio, estinguendo la disinformazione.
Non dovremmo quindi avere il timore di esprimere le nostre emozioni e di riversare il nostro amore sul prossimo.”
Vittoria Berton, CONTATTO, matite
Il contatto ed un abbraccio sono il minimo che gli posso dare. Mi sembra che non sia mai abbastanza.
Non si può quantificare il contatto di cui ogni essere umano ha bisogno. Vedo gli sguardi vuoti di questi poverini sedati e schiacciati, chi dalla malattia, chi dalle terapie, eppure anche loro in compagnia della persone care, cambiano sguardo, s’illuminano anche solo per un instante quasi impercettibile. Forse non è quella la scintilla che ci rende umani?
A. F., LA SOLITA PANCHINA, acquerello e china
È una bella giornata, sto aspettando i miei amici, nel solito giardino, la solita panchina, l’erba è verde acceso, i bambini corrono e urlano. Non li ho mai sopportati, troppa confusione. Decido di spostarmi due panchine più in là. Accendo la sigaretta e faccio un tiro svogliato. Ho veramente cambiato posto solo perché mi dava fastidio il rumore?
Spengo la sigaretta e continuo ad aspettare. Vedo due miei amici che arrivano… Non mi salutano. È come se non mi avessero visto. Non hanno nemmeno alzato lo sguardo per cercarmi. Sanno che sono qui, ma è come se non gli interessasse. Arrivano anche gli altri, si salutano, ridono, scherzano, non si sono nemmeno accorti che non ci sono. Accendo un’altra sigaretta e penso a quanto la mia presenza sia irrilevante per loro, a quanto non centro nel gruppo, a quanto sono inutile ed insignificante.
Spengo la sigaretta.
Sono sulla solita panchina.
Arrivano tutti insieme, sorridenti verso di me, sono felici di vedermi.
Una bellissima giornata iniziata nel mio mondo e finita nel loro.
K., MUTO, marker e china
Cura secondo me è un termine molto ampio, dalle molteplici sfumature; ma di base è un metodo applicato dall’uomo per far passare i dolori sia fisici che psichici. Per il corpo le cure spesso consistono in medicinali e antibiotici; purtroppo però per i mali interiori questi non bastano, per questo esistono le terapie, volte a migliorare lo stato della persona. Di terapie ne esistono moltissime ma sicuramente la più efficace è il contatto con le persone, il calore umano, poiché l’uomo di natura ne ha un irrefrenabile bisogno e godimento. Ahimè capita che questo calore di cui l’uomo necessità venga a mancare, spesso per i pregiudizi, sistemi di etichettatura che non fanno altro che allontanare e dividere gli individui, remando in verso opposto rispetto alla cura, danneggiando sia il pregiudicato che la vittima